INDUSTRIA 5.0 E TRANSIZIONE 5.0

“Industria 5.0” è  l’evoluzione naturale del paradigma “Industria 4.0”.

Viene definita come la “Doppia Transizione” (a quella digitale si affianca quella ambientale e sociale).

Il nuovo paradigma promuove un’industria europea in grado di combinare innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale e benessere sociale.

In quest’ottica l’industria deve essere in grado di raggiungere obiettivi sociali al di là della crescita, facendo sì che la produzione rispetti il pianeta ed il benessere del lavoratore che è al centro del processo produttivo.

Ricerca ed innovazione devono guidare la transizione verso un’industria SOSTENIBILE, UMANOCENTRICA E RESILIENTE.

SOSTENIBILITÀ

L’industria deve adottare pratiche sostenibili e quindi i processi produttivi devono ridurre l’impatto ambientale attraverso la gestione responsabile delle risorse naturali, la riduzione delle emissioni e l’adozione di energie rinnovabili.

L’obiettivo è ridurre il consumo energetico e le emissioni di gas serra per evitare l’esaurimento delle risorse naturali, garantendo i bisogni delle generazioni odierne senza compromettere quelli delle generazioni future.

Le nuove tecnologie possono svolgere un ruolo importante ottimizzando l’efficienza delle risorse e riducendo al minimo gli sprechi.

UMANOCENTRISMO

L’uomo è al centro del processo produttivo e la tecnologia deve essere usata per adattare il processo produttivo alle esigenze del lavoratore che non è così più considerato un costo ma un investimento e deve essere coinvolto attivamente nell’implementazione ed ottimizzazione delle nuove tecnologie.

Piuttosto che chiederci cosa possiamo fare con la nuova tecnologia, possiamo chiederci cosa la tecnologia può fare per noi.

Piuttosto che chiedere al lavoratore industriale di adattare continuamente le sue competenze alle esigenze della tecnologia in rapida evoluzione, si può usare la tecnologia per adattare il processo produttivo alle esigenze del lavoratore (ad esempio, per guidarlo e formarlo). Significa anche assicurarsi che l’uso delle nuove tecnologie non violi i diritti fondamentali dei lavoratori, come il diritto alla privacy, all’autonomia e alla dignità umana.

RESILIENZA

Si riferisce alla necessità di sviluppare un grado più elevato di robustezza nella produzione industriale, proteggendola meglio dalle interruzioni e garantendo che possa fornire e supportare infrastrutture critiche in periodi di crisi.

Spostamenti geopolitici, crisi energetica e crisi naturali (come la pandemia di Covid-19) evidenziano la fragilità del nostro attuale approccio alla produzione globalizzata, che dovrebbe essere bilanciato sviluppando catene del valore strategicamente più resilienti, capacità di produzione adattabili e processi aziendali flessibili, specialmente dove le catene del valore servono bisogni umani fondamentali, come la sanità o la sicurezza.

GREEN DIGITAL FUTURE INDUSTRY 5.0

L’Industria 5.0 vuole affrontare le sfide della digitalizzazione avanzata, dei big data e dell’intelligenza artificiale sottolineando nel contempo il ruolo che queste tecnologie possono svolgere per affrontare nuovi requisiti emergenti nel panorama industriale, sociale e ambientale.

In quest’ottica le priorità principali dettate dalla Commissione Europea sono:

European Green Deal” che ha come obiettivo quello di rendere l’Europa climaticamente neutrale entro il 2050.

Europe Fit for the Digital Age” che mira ad un aumento dell’innovazione tecnologica introducendo nuove norme inerenti le tecnologie e l’economia digitale.

Economy that Works for People”, un piano d’azione che mira a rafforzare l’innovazione sociale, sostenere lo sviluppo dell’economia sociale e potenziare la sua capacità di trasformazione sociale ed economica.

Emerge così la necessità di integrare meglio le priorità sociali ed ambientali europee nell’innovazione tecnologica e di spostare l’attenzione dalle singole tecnologie a un approccio sistemico.

transizione 5.0

Il Piano “Transizione 5.0”

Il Piano italiano per la “Transizione 5.0” partirà con una dotazione di 6,3 miliardi di euro per il biennio 2024-2025.

Queste risorse si sommeranno a quelle già previste per il piano Transizione 4.0. Si tratta infatti, di due incentivi complementari: mentre Transizione 4.0 continuerà ad incentivare l’acquisto di beni 4.0, il piano Transizione 5.0 prevederà incentivi per beni ed attività che generano risparmi energetici o apportano miglioramenti dell’efficienza energetica.

I 6,3 miliardi per il piano Transizione 5.0 fanno parte delle più ampie risorse che il piano RePower EU porterà all’interno del PNRR, che è stato a sua volta rivisto e ha un valore di 194,4 miliardi di euro.

I dettagli del piano Transizione 5.0 sono descritti all’art 38 del D.L. 2 marzo 2024 n° 19. La copertura economica ammonta a:

  • 3.780 milioni per il piano Transizione 5.0 modulo “ENERGY EFFICIENCY”;
  • 1.890 milioni per il piano Transizione 5.0 modulo “AUTOCONSUMO E AUTOPRODUZIONE”;
  • 1.630 milioni per il piano Transizione 5.0 modulo “FORMAZIONE”.

Il piano transizione 5.0 prevede crediti d’imposta in relazione alle spese sostenute tra il 1° gennaio 2024 ed il 31 dicembre 2025 per le imprese che investiranno in una di queste tre attività:

  • Acquisto di beni strumentali materiali o immateriali 4.0;
  • Acquisto di beni necessari per l’autoproduzione e l’autoconsumo da fonti rinnovabili (ad esclusione delle biomasse);
  • Spese per la formazione del personale in competenze per la transizione verde.

Il beneficio fiscale è commisurato alla riduzione dei consumi finali di energia, (almeno il 3%) o al risparmio energetico conseguito in lavorazioni mirate (almeno il 5% rispetto ai consumi precedenti per tali lavorazioni) legate agli investimenti effettuati in beni materiali ed immateriali 4.0.

Per le imprese di nuova costituzione il risparmio energetico va misurato in rapporto al consumo medio annuo di un’impresa con caratteristiche (dimensioni) simili operante nello stesso settore (codice ateco).

L’intensità del beneficio fiscale aumenterà di livelli in funzione dei miglioramenti di efficienza energetica certificati e dei risparmi energetici conseguiti.

Per essere ammissibile, il progetto deve essere certificato da un valutatore indipendente che attesti che, ex-ante, il progetto di innovazione rispetta i criteri di ammissibilità relativi alla riduzione del consumo energetico totale.

Inoltre, una certificazione ex post dovrà attestare l’effettiva realizzazione degli investimenti secondo quanto previsto nella certificazione ex ante.

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